venerdì 12 maggio 2017

LA MEMORIA





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La necessità di ricordare:

- La nostra identità poggia sui ricordi che abbiamo.
- L'apprendimento dipende dalla registrazione e dall'immagazzinamento delle informazioni: senza memoria non c'è conoscenza.
- Il recupero delle informazioni è importante quanto il suo immagazzinamento: es. avere una parola sulla punta della lingua.
- La memoria è un insieme di sistemi che differiscono per tempo e spazio.

La memoria sensoriale:

- La memoria sensoriale è la registrazione di quanto è percepito dai nostri sensi.
- Esistono tanti tipi di memoria quanti sono i canali sensoriali, i più studiati sono:
  • La MEMORIA VISIVA O ICONICA
  • La MEMORIA UDITIVA O ECOICA
- La memoria sensoriale è il confine tra percezione e memoria.

La memoria a breve e a lungo termine:

- Nella memoria breve tempo vengono processati i dati raccolti in un tempo inferiore ai 30 secondi: Ci sono due tipi di memoria a breve termine:
  • La MEMORIA FONOLOGICA
  • La MEMORIA VISUOSPAZIALE
- Nella memoria a lungo tempo, l'informazione diventa un ricordo che può essere trattenuto per 10 minuti o 10 anni.
- La memoria esplicita o consapevole o dichiarativa riguarda tutto ciò che il soggetto può descrivere consapevolmente, è a sua volta ripartita in:
  • MEMORIA EPISODICA O AUTOBIOGRAFICA
  • MEMORIA SEMATICA
  • MEMORIA EMOZIONALE
- La memoria implicita e procedurale immagazzina le conoscenze, le sequenze di movimento, le abilità percettive e cognitive che utilizziamo più spesso che non abbiamo bisogno di richiamare esplicitamente alla coscienza.

L'oblio naturale:
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- L'oblio è un fenomeno naturale di perdita parziale o totale dei ricordi.
- La legge di Ebbinghaus stabilisce che un ricordo tende a diminuire nelle prime ore se non viene fissato.
- Ci sono 4 teorie che spiegano l'oblio:
  •  DECADIMENTO DELLA TRACCIA MNESTICA: i ricordi tendono a svanire con il passare del tempo.
  • INTERFERENZA O INIBIZIONE: quando un'informazione è di ostacolo alla permanenza o all'assimilazione di un'altra. Può essere retroattiva o proattiva.
  • PERDITA DELLA VIA DI RECUPERO: l'informazione non è perduta ma è difficile da recuperare.
  • RIMOZIONE: l'oblio è un meccanismo di difesa per proteggere la psiche dai ricordi spiacevoli.

Le patologie della memoria:

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- La dimenticanza a volte è causata da patologie dette amnesia.
- Amnesie organiche: dovute da traumi che danneggiano il cervello.
- Amnesie psicogene: quali l'amnesia infantile e l'amnesia isterica.
- Amnesie senili: dovute all'invecchiamento.







lunedì 24 aprile 2017

COME APPRENDIAMO


L' apprendimento è il mezzo con cui gli esseri umani imparano le proprie conoscenze e sviluppano le proprie capacità.

I RIFLESSI INNATI: Gli esseri umani a differenza degli animali nascono quasi del tutto privi di conoscenze innate. Le poche conoscenze istintuali in un neonato sono i riflessi innati. I riflessi innati sono risposte fisiologiche, non apprese, a uno stimolo. Alcuni sono fondamentali per la nutrizione:
-Riflesso di suzione: quando il bambino tende a succhiare un dito che gli viene avvicinato alle labbra.
-Riflesso di ricerca: quando volge la testa in direzione del lato della bocca che viene sfiorato.
-Riflesso di crawling: quando viene adagiato con la pancia sul letto, piega le gambe e inizia a strisciare in avanti.
Altri riflessi svolgono una funzione riflessiva:
-Riflesso " battito delle palpebre": quando il bambino chiude gli occhi quando sente un rumore forte.
-Riflesso di prensione: quando la sua mano si chiude afferrando ciò che la stimola.
Poi esistono altri riflessi la cui funzione non è del tutto chiara:
-Riflesso di marcia: quando il bambino simula alcuni passi sollevato ma con i piedi su una superficie.
-Riflesso di moro: quando viene lasciato cadere a pancia in su, e il bambino apre le braccia dallo spavento.
L'ESPERIMENTO DI PAVLOV E I RIFLESSI CONDIZIONATI:
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Ivan Pavlov è rimasto famoso per il suo esperimento sulla salivazione dei cani:
Pavlov aziona un campanello e non rileva nessuna salivazione del cane, successivamente fornisce al cane una porzione di carne e secondo una risposta naturale, il cane inizia a salivare. Pavlov associa quindi somministrazione del cibo e suono del campanello. Da quel momento il cane saliva al solo suono del campanello, pur non ricevendo cibo.
Il cane è stato così condizionato a rispondere a uno stimolo che originariamente non produceva alcuna salivazione. Questo tipo di risposta è un riflesso condizionato, che significa che segnala un'associazione nuova che è stata appresa, tra stimolo e risposta.
IL cibo quindi è lo stimolo incondizionato (quando una risposta è naturale e innata) e la salivazione di fronte al cibo è lo stimolo condizionato e la salivazione in risposta al suono è la risposta condizionata
Il fenomeno scoperto da Pavlov viene chiamato condizionamento classico ed è una forma estremamente semplice di apprendimento.
IL COMPORTAMENTISMO DI WATSON:


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John Watson è l'ideatore del comportamentismo una corrente di pensiero secondo la quale il comportamento è il frutto di un condizionamento dell'ambiente: noi impariamo ad associare una risposta ad uno stimolo ricevuto (schema S/R: stimolo/risposta).
Watson ha compiuto esperimenti di condizionamento su i bambini, è rimasto famoso l'esperimento sul piccolo Albert nel 1920:
Mentre Albert sta giocando con un topolino bianco Watson e la moglie provocano un forte rumore, Albert, spaventato dal rumore, grida. Successivamente Albert grida alla vista del topolino bianco. In seguito Albert generalizza la risposta e si spaventa in presenza di altri animali bianchi o addirittura di oggetti lanosi e bianchi.
Sulla base di questi esperimenti l'apprendimento è considerato un processo automatico, che si sviluppa senza consapevolezza da parte del soggetto: le risposte sono comportamenti meccanici, frutto dell'abitudine attivate da determinati stimoli. Questa posizione è definita ambientalista, perché la natura degli esseri viventi sarebbe completamente plasmata dalle situazioni nelle quali essi vivono.















A BEAUTIFUL MIND



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Il film racconta la vera storia del matematico ed economista John Nash, premio Nobel nel 1994, studioso di eccezionali capacità (famosa è la sua "TEORIA DEI GIOCHI" in economia). Nash però ha sofferto anche di una grave forma di schizofrenia: la sua storia affronta quindi il rapporto tra il genio e la follia, uno dei temi più affascinanti che riguardano l'intelligenza e la mente umana. L'azione del film ha inizio all'università di Princeton nel 1947: Nash è uno studente introverso ma brillante. Una serata in un locale e una sfida perduta per una ragazza bionda gli forniscono lo spunto per un saggio di matematica profondamente innovativo. Accolto al prestigioso MIT ( Massachusetts Institute of Technology), John ottiene anche l'incarico di decodificare i codici segreti di una bomba durante la Guerra Fredda tra USA e URSS. Sposato con una bella e intelligente studentessa, Alicia, lo scienziato rivela progressivamente i sintomi della sua malattia.

giovedì 16 febbraio 2017

PERCHE' VEDIAMO IL MONDO A COLORI?





                       

Il colore è dovuto alla capacità che hanno certi raggi di produrre determinate risposte nel nostro sistema nervoso: un pomodoro non è rosso, ma produce, alla luce del giorno una reazione che spinge la maggior parte delle persone a definirlo tale.
Le scimmie del vecchio mondo, noi compresi, hanno evoluto la visione tricromatica, cioè la capacità di distinguere rosso e verde oltre a bianco e nero e a giallo e blu. Altri animali invece come ad esempio il cane, il gatto e quasi tutte le scimmie del nuovo mondo hanno sviluppato la visione dicromatica cioè riescono a distinguere il bianco e il nero e il giallo e il blu.
 Per oltre cent'anni si è pensato che nei primati la visione tricromatica fosse stata guidata dalla necessità di individuare facilmente bacche e frutti rossi contro lo sfondo verde della vegetazione, ma quando di recente hanno hanno misurato il contenuto spettrale della luce riflessa dai frutti di cui i primati si nutrono, si è scoperto che sono distinguibili anche agli occhi dotati di visione dicromatica.
Le uniche foglie non distinguibili sono quelle nuove come ad esempio quelle dell'Africa che non sono verdi ma rosse.

domenica 5 febbraio 2017

L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE






Ad aiutarci nella comprensione della mente umana sono le intelligenze artificiali. Infatti la cibernetica, che progetta i robot e l'informatica, che crea i computer, hanno elaborato modelli matematici che simulano i processi mentali. Nel tentativo di emularli, ne hanno fornito la comprensione, infatti secondo alcuni studiosi il nostro stesso pensiero è artificiale perchè risponde a un meccanismo che risponde a regole precise. La cibernetica per creare robot che si muovono e superano ostcoli, si avvale delle conoscenze fisiologiche sulla struttura del corpo e del il suo funzionamento.


I computer benchè meno complessi e meno potenti della mente umana, riescono a compiere alcune azioni più velocemente di un uomo essendo concentrati sul compito che devono eseguire e non si distraggono. La grande differenza tra le macchine e l'essere umano è che gli umani provono delle emozioni mentre le macchine no in più le macchine non pensano ma eseguiscono solo il compito per cui vengono programmate. il grande interrogativo degli scienziati è se sia possibile anche per l'intelligenza artificiale imparare dalle esperienze.


INTELLIGENZA ARTIFICIALE



giovedì 2 febbraio 2017

LA PERCEZIONE






         
                                                  COME PERCEPIAMO IL MONDO

 Il cervello e la mente sono la sede dei processi cognitivi, ma tali processi non sarebbero possibili  senza le sensazioni, cioè quando uno dei nostri organi di senso viene colpito da uno stimolo fisico (eccitazione nervosa)
Le varie sensazioni vengono unificate nel processo della percezione. Gli stimoli esterni ci colpiscono costantemente ma non possiamo reagire a tutti è per questo che è fondamentale l'attenzione che funge da filtro. L'attenzione può reagire in modo consapevole o inconsapevole.
Siamo in grado di dare unità e organicità alle nostre sensazioni che ci presentano un mondo coerente come se stessimo accordando fra loro i fotogrammi di un film e infatti rimaniamo stupiti quando in un video la voce e il suono non sono sincronizzati, 
                 

                                                      LA PERCEZIONE VISIVA 


  La percezione visiva è stata studiata a lungo dalla Gestalt. La Gestalt ha dimostrato la percezione sensoriale e in modo particolare la percezione visiva svolge un ruolo creativo: cioè non registra passivamente i dati ma è attiva quindi classifica e interpreta le sensazioni. 
 Max Wertheimer, fondatore della scuola, ha individuato i principi del raggruppamento degli oggetti, si tratta di schemi innati che collegano e organizzano i dati attraverso la vista i più importanti sono:
-Vicinanza: raggruppamento di oggetti vicini.
-Somiglianza: raggruppamento di oggetti simili.
-Continuità: raggruppamento di oggetti che possono essere visti l'uno come coninuazione dell'altro.
-Chiusura: raggruppamento di elementi che formino una figura chiusa.
-Pregnanza: raggruppamento di elementi che possono costruire una figura semplice.
-Buona forma: raggruppamento di elmenti per ottenre la forma più semplice.
-Esperienza passata: raggruppamento di elementi associati alla nostra esperienza passata.
  Nell'applicare questi principi la nostra mente distingue l'immagine dallo sfondo.
L'organizzazione figura-sfondo è un aspetto importante della percezione visiva. 
A volte però la percezione può essere fluttuante cioè quando non riusciamo a estrarre l'immagine dallo sfondo.
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                                                   LA PERCEZIONE DELLA PROFONDITÀ


Un'altra caratteristica della vista é la profondità esse ci permette infatti di vedere la realtà tridimensionale. Quando però le immagini arrivano alla retina sono appiattite e quindi bidimensionali. Senza che ce ne accorgiamo il cervello analizza le immagini attraverso alcuni indizi, chiamati indizi fisiologici di profondità:
-Accomodazione: il cristallino mette a fuoco la luce riflessa dagli oggetti e ci permette di dedurre la prossimità o meno dell'oggetto.
-Divergenza binoculare: gli occhi essendo distanti inviano un'immagine diversa al cervello.
-Convergenza binoculare: per mettere a fuoco un oggetto gli occhi devono compire una rotazione.
-Indizi pittorici: sono la grandezza, l'interposizione e l ombreggiatura di un oggetto.
-Indizi prospettici: sono la posizione rispetto all'orizzonte, la prospettiva lineare e la prospettiva aerea di un oggetto.


                                                    GLI ERRORI DELLA PERCEZIONE


Nel tentativo di rielaborare e correggere i dati dei sensi talvolta cadiamo in errore come nel caso delle illusioni percettive:
-Fenomeno phi: Si tratta della percezione apparente di un movimento. Se in un luogo buio poniamo in circolo delle lampadine e le accendiamo e le spegnamo una dopo l'altra con un intervallo ci sembrerà che un unico punto luminoso stia percorrendo una ciconferenza. Questo perchè la percezione del movimento è prodotta da una sucessione di immagini statiche.
-Illusione di Ebbinghaus: i cerchi contenuti all'interno dei due fiori sno identici ma quello nell'immagine a destra sembra più grande.

-Frecce di Muller-Lyer: i due segmenti sono della stessa lunghezza ma quello di destra sembra più lungo perchè l'errore dipende dalla prospettiva.
-Triangolo di Kanizsa: in questa immagine non è stato disegnato nessun triangolo bianco eppure noi lo vediamo insieme a un triangolo dai contorni neri, questo perchè vengono applicatigli schemi gestaltici: buona forma e chiusura.










                                                      

giovedì 19 gennaio 2017

LE EMOZIONI





Le emozioni sono spesso definite come uno stato complesso di sentimenti che si traducono in cambiamenti fisici e psicologici che influenzano il pensiero è il comportamento. L'emotività è associata a una serie di fenomeni psicologici tra cui la personalità, l'umore è la motivazione.
Le emozioni nascono e si manifestano in maniera del tutto spontanea e involontaria, capitano senza lasciare all'individuo la possibilità di decidere quale emozione provare e quando. Le emozioni si generano in base ai significati e ai valori che attribuiamo ad un determinato evento e divengono così la conseguenza di un processo di valutazione di tale evento; cambiano quando mutano i significati e i valori di riferimento o quando le situazioni sono valutate in modo differente.
Le emozioni principali sono: rabbia, paura, gioia, tristezza e disgusto.
Le emozioni secondo me sono degli stati d'animo che proviamo in determinati momenti, avvengono involontariamente e non sappiamo il momento in cui arrivano. Personalmente ogni giorno provo almeno un'emozione che molto spesso è la gioia ma come tutti sanno arriva anche la tristezza o la paura è questo ci fa sentire magari a disagio o ci fa stare male. Le emozioni caratterizzano le nostre vite essendo una delle parti più importanti della nostra identità.